giovedì 26 luglio 2012

Piano Interprovinciale Gestione Rifiuti – osservazioni da Agliana


In una fase politica come quella attuale chiarezza e coraggio dovrebbero essere prerogative di ogni personaggio pubblico. Purtroppo, ad oggi una sola risposta è giunta alla nostra richiesta di trasparenza in merito al Piano Interprovinciale dei Rifiuti.
A mandarla il sindaco di Agliana, Eleanna Ciampolini, che per questo ringraziamo.

Oltre a renderci partecipi del fatto che in data 11 luglio «ad Agliana è partita la raccolta porta a porta di tutte le tipologie di rifiuto su tutto il territorio», il sindaco ci ha spedito anche l'osservazione al Piano Interprovinciale dei Rifiuti presentata da parte della sua amministrazione comunale (tale documento è stato inserito nella sezione “Documentazione varia”).

Di seguito la lettera con cui abbiamo risposto, evidenziando quanto le “osservazioni” presentate ci fossero sembrate poco incisive.


Gentile sindaco,
intanto ringraziamo per la risposta che ci ha concessa, ma purtroppo non possiamo fare a meno di constatare che ancora non è stata data risposta a nessuna delle due questioni sollevate, ovvero: 
• non ritenete che il suddetto Piano Interprovinciale dei Rifiuti sia radicalmente da riformulare?
• non ritenete che esso debba prevedere una data certa e ragionevolmente prossima per la chiusura di discariche ed inceneritori, e nella fattispecie dell’inceneritore di Montale?


Siamo più che lieti della spinta verso una raccolta differenziata porta a porta nel Suo Comune (sicuramente un importante tassello del mosaico che lega rifiuti, economia e salute pubblica) e abbiamo letto nelle Sue osservazioni al Piano Interprovinciale dei Rifiuti che «la previsione di rifiuti prodotti nell’ATO Toscana Centro è eccessiva». Ma da questo non dovrebbe derivare una critica complessiva all'impianto del Piano, dato che si basa su premesse a dir poco improbabili?
Di seguito abbiamo letto della «Mancata programmazione di impianti di valorizzazione e riciclaggio dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata», elemento fondamentale perché una raccolta come quella che il Suo Comune ha intrapreso possa funzionare e portare reali vantaggi, e dell'assenza di dati «approfonditi e dettagliati sulle località sede di impianti» per quanto riguarda lo stato dell'ambiente e del territorio.
Queste però erano le considerazioni. Altra cosa sono le osservazioni presentate, che veniamo a criticare nello specifico.

1 – con la modifica da Lei proposta sparisce il riferimento al termovalorizzatore di Testi (la cui entrata in esercizio era prima subordinata ai risultati della verifica dello stato di attuazione del Piano). Nella nostra ingenuità, ci sembra un problema: verrebbe costruito e quindi non utilizzato? Improbabile. O utilizzato comunque, senza una specifica analisi? Credo che sarebbe stato opportuno chiarire che, per come stanno le cose oggi (diminuzione del carico di rifiuto indifferenziato), tale impanto non è da costruire, non risulta priorità di spesa. Di conseguenza maggiori fondi potrebbero essere destinati a raccolta PaP e impianti di riciclaggio (fondi che Lei stessa denunciava carenti).

2 – qui si aggiunge una previsione del termine per l'indagine ambientale e sanitaria circa l'inceneritore di Montale (e non una parola sull'auspicabile chiusura). L'ampliamento diventa però subordinato all'esito «del procedimento autorizzativo e all'inizio dei lavori del termico di Case Passerini», il che ci preoccupa: se l'analisi sanitaria dovesse esprimere criticità ma l'iter autorizzativo per Case Passerini dovesse tardare, l'ampliamento verrebbe effettuato? Nella peggiore delle ipotesi: se Case Passerini venisse autorizzato ma i lavori tardassero a iniziare, si procederebbe con l'ampliamento di Montale per poi realizzare un Case Passerini già autorizzato e finendo per avere un'analisi ambientale e sanitaria negativa e due inceneritori in più?

In sostanza, ci sembra che le osservazioni presentate, pur partendo da considerazioni assolutamente condivisibili, portino problemi addizionali a un Piano che già presentava numerose criticità di merito e di metodo.
Non vediamo come le due osservazioni possano contribuire alla salute dei cittadini minacciata dalle esalazioni degli inceneritori (cadmio, cromo, diossine, nanoparticelle, ...), come possano contribuire a sviluppare una filiera redditizia del riciclo, come possano ridurre le spese in un momento di crisi o almeno reindirizzare i fondi verso pratiche utili, servizi che possano creare lavoro e non mero guadagno speculativo.
L'impianto intero del Piano Interprovinciale dei Rifiuti danneggia l'Erario, la salute, l'economia, l'etica stessa della nostra società. Lei “considera” quanto imperfetto sia il Piano, fin dalle sue fondamenta (la stima dei rifiuti totali annui) ma non trova il coraggio di criticarlo apertamente, finendo per proporre osservazioni che sembrano più di facciata che di sostanza.
Possiamo solo sperare che le Sue motivazioni non ricalchino quelle già espresse da altre bocche: «Sono persona di partito, non posso criticare il PD».

Cordiali saluti.




mercoledì 25 luglio 2012

È l’ora di dire basta a discariche ed inceneritori


Di qui a breve, in un clima di vacanze estive, saranno varati due provvedimenti che metteranno una pesante ipoteca sulla possibilità di voltare pagina rispetto alle pratiche insostenibili e anacronistiche dell’incenerimento e del conferimento in discarica dei rifiuti. 
Oltre all’approvazione del Piano Interprovinciale dei Rifiuti, è infatti previsto il via libera da parte del Comune di Monsummano T. all’ennesimo ampliamento della Discarica del Fossetto (lo stesso P.I.R. prevede un “recupero volumetrico” di 220.000 tonnellate per tale impianto).

Insomma passata la campagna elettorale, dove i candidati sindaci del PD in corsa hanno presentato programmi condivisibili su questa cruciale tematica, le cose non cambiano, e a poco serve un po’ di raccolta differenziata in più se poi, in mancanza di filiere del recupero e del riciclaggio, gran parte dei materiali continuano a finire negli impianti di incenerimento. Questi ultimi trasformano materiali ancora preziosi (come le plastiche) in gas climalteranti, nano particelle estremamente tossiche e ceneri che devono essere comunque smaltite in discarica.

Abbiamo chiesto agli amministratori della piana pistoiese che si esprimessero su due elementari quesiti (anche solo con un si o un no): se non ritengano che il P.I.R. debba essere radicalmente riformulato; se non ritengano che esso debba prevedere una data certa e ragionevolmente prossima per la chiusura di discariche ed inceneritori. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta pertinente. Solo il Sindaco di Agliana ci ha fatto avere le osservazioni avanzate alla Provincia di Pistoia, che, pur contenendo alcuni elementi di critica al Piano, non ne mettono affatto in discussione l’impianto complessivo.

Noi crediamo che su un tema come questo, così strettamente connesso al futuro di questo territorio e del pianeta non debbano esservi ambiguità, né speculazioni politiche. Per questo chiediamo al Consiglio Provinciale di Pistoia ed al Comune di Monsummano di fare un passo indietro e di rimettere in discussione le scelte suddette; per questo torniamo a sollecitare tutti gli amministratori dei comuni pistoiesi (a partire dai sindaci, che hanno anche precise responsabilità in materia di tutela della salute pubblica) a far sentire la propria voce.

La strada che crediamo debba essere imboccata è quella della strategia Rifiuti Zero, già intrapresa da tanti comuni italiani (piccoli, come Capannori, e grandi, come Napoli), e su questa siamo disponibili a confrontarci con chi ne ha interesse. Se davvero il PD e la sinistra Toscana al governo intendono promuovere un “rinascimento della politica”, occorre in primo luogo uscire da questa emergenza che brucia futuro.

Referendum – privilegi della casta


Cerchiamo di fare chiarezza sui referendum che vengono proposti per limitare l'arricchimento dei nostri politici.

Da una parte l'Unione Popolare, che vorrebbe togliere ai parlamentari la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”.
Dall'altra il Comitato del Sole, che vorrebbe abrogare anche le spese di segreteria e rappresentanza, i cumuli d'indennità, l'esenzione da tributi dell'indennità mensile e via dicendo.

Il problema sollevato è che la raccolta di firme per qualcuno sarebbe una bufala, destinata ad arenarsi sugli articoli della legge che regola i referendum (L. 25 maggio 1970, n. 352 – “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo”).
A seguire alcuni articoli della legge in questione:

Art. 4 - La richiesta di referendum di cui all'articolo 138 della Costituzione [...] deve pervenire alla cancelleria della Corte di Cassazione entro tre mesi dalla pubblicazione effettuata a norma dell'articolo 3.

La pubblicazione cui si fa riferimento è quella sulla Gazzetta Ufficiale, che consiste in una «dichiarazione [...] di voler promuovere una richiesta di referendum popolare».
Nello specifico del tema, sulla Gazzetta Ufficiale N. 96 del 24 Aprile 2012 si può verificare l'annuncio di una richiesta di referendum popolare (12A04868):
Cosa abbia valenza di richiesta lo spiega l'articolo 9 della legge:
Art. 9 - Il deposito presso la cancelleria della Corte di Cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori vale come richiesta ai sensi dell'articolo 4. [...]

Art. 31 - Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime.

Ora la domanda è: quando scadono le Camere? Posto che la XVI legislatura è stata proclamata il 29 aprile 2008 (elezioni del 13 aprile), e che la Costituzione recita:

Art. 60 - La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. [...]

si può prendere come data di scadenza naturale il 28 (o il 12?) aprile 2013. Prendendo per buona tale data, dal 28 (o 12) aprile 2012 non è possibile depositare le firme, e non lo sarà neanche dopo le elezioni.
Sarebbe possibile farlo durante la finestra temporale (non più di 70 giorni) tra la scadenza delle Camere e il giorno delle elezioni:

Art. 61 - Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. [...]

dopo il quale il nuovo Governo va lasciato in pace per 6 mesi.
A questo punto verrebbe superata la data del 30 settembre, e quindi si dovrebbe aspettare ancora fino a gennaio per presentare le firme, ma le operazione dell'ufficio centrale riprenderebbero solo dopo un anno dalle elezioni, e quindi il 30 setembre 2014:

Art. 34 - [...] I termini del procedimento per il referendum riprendono a decorrere a datare dal 365° giorno successivo alla data della elezione.

Art. 32 - Salvo il disposto dell'articolo precedente, le richieste di referendum devono essere depositate in ciascun anno dal 1° gennaio al 30 settembre.

Alla scadenza del 30 settembre l'Ufficio centrale costituito presso la Corte di cassazione a norma dell'articolo 12 esamina tutte le richieste depositate[...]. Entro il 31 ottobre l'Ufficio centrale rileva, con ordinanza, le eventuali irregolarità delle singole richieste, assegnando ai delegati o presentatori un termine [...]


L'ultima nota è questa:

Art. 28 - Salvo il disposto dell'articolo 31, il deposito presso la cancelleria della Corte di cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori deve essere effettuato entro tre mesi dalla data del timbro apposto sui fogli medesimi a norma dell'articolo 7, ultimo comma. [...]

Questo implicherebbe che tutte le firme raccolte prima del 28 gennaio sarebbero impresentabili, in quanto la prima data utile per la presentazione risulterebbe ben oltre il termine massimo di 3 mesi.

In sostanza, la raccolta odierna (luglio 2012) anticipa di cinque mesi abbondanti la prima probabile raccolta utile con consegna dal 28 aprile 2013 e di 14 mesi quella più probabile con consegna a gennaio 2014.


P.S. – un ringraziamento al Movimento 5 Stelle per la segnalazione del problema,
punto da cui è partito questo tentativo di chiarimento.

venerdì 13 luglio 2012

Seconda lettera aperta sul Piano Interprovinciale dei Rifiuti


Gentili Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali, sono passati oltre trenta giorni da quando vi abbiamo inviato, a mezzo posta elettronica, un messaggio contenente alcune nostre riflessioni e due domande in merito alla questione della gestione dei rifiuti. Non avendo ricevuto alcun riscontro, ci permettiamo di sollecitare una vostra risposta, facendo ancora ricorso alla formula della lettera aperta. 
La nostra posizione sul tema in oggetto si può riassumere nella cosiddetta strategia “rifiuti zero 2020”, già adottata in Italia da diverse amministrazioni comunali. In estrema sintesi essa riconosce nell’attuale sistema, che vede una larga preponderanza di smaltimento in discarica e in incenerimento, una condizione di emergenza da superare rapidamente per poter riconvertire i processi di produzione e consumo dei beni verso una condizione di sostenibilità. Quest’ultima implica da un lato una netta riduzione della quantità di rifiuti prodotti, dall’altra la produzione di beni a fecondità ripetuta e il completo riciclaggio di tutti i materiali costituenti i beni non più utilizzabili. In altri termini rendere ciclici i processi attualmente lineari di produzione/consumo e realizzare beni più durevoli. 
Tutto questo implica l’adozione di numerose azioni coordinate che spaziano dalla raccolta differenziata porta a porta, al principio della “responsabilità estesa dei produttori/rivenditori” (che debbono cioè farsi carico degli oneri di smaltimento dei beni prodotti), al cambiamento degli stili di vita. Azioni che sono supportate dalla legislazione vigente europea e nazionale: in sostanza si tratta di applicare correttamente le norme vigenti e di sfruttare le opportunità di finanziamento ad esse correlate, assumendo come esempio i protocolli d’azione dei comuni virtuosi.
Al contrario il Piano Interprovinciale dei Rifiuti (PIR) dell’ATO Toscana Centro (che comprende i comuni della Piana Pistoiese, Pratese e Fiorentina) punta essenzialmente sulla pratica dell’incenerimento dei rifiuti, indirizzando la quasi totalità delle risorse nel potenziamento del sistema dei cosiddetti “termovalorizzatori”. 
L’amministrazione provinciale, con l’adozione del piano suddetto (di cui adesso sono in corso di analisi le osservazioni), ha già fatto le proprie scelte di fondo, che noi riteniamo assolutamente inadeguate. Pertanto ci rivolgiamo a Voi perché sia nei programmi elettorali dei Sindaci recentemente eletti, sia nelle recenti scelte amministrative di alcuni comuni sono ravvisabili elementi importanti che vanno nella direzione da noi auspicata. Inoltre ci rivolgiamo ai Sindaci, in quanto responsabili della salute pubblica, perché recenti acquisizioni scientifiche dimostrano che le particelle di dimensioni inferiori ai 2,5 micron (nanoparticelle) prodotte in abbondanza dai moderni impianti di incenerimento dei rifiuti sono particolarmente pericolose per la salute dei cittadini.
I due semplici quesiti che riformuliamo sono i seguenti:


• non ritenete che il suddetto Piano Interprovinciale dei Rifiuti sia radicalmente da riformulare?

• non ritenete che esso debba prevedere una data certa e ragionevolmente prossima per la chiusura di discariche ed inceneritori, e nella fattispecie dell’inceneritore di Montale?


Cordiali saluti


Movimento Civico Ecologista “Per un’altra Pistoia”

8 luglio 2012