venerdì 30 novembre 2012

Pace e nonviolenza a Pistoia

Giovedì 6 dicembre 2012, ore 15:00


Art. 11
Pace e nonviolenza
a Pistoia



Presentazione e visione del film “Frammenti” (regia di Massimiliano Guelfi e Andrea David Farnocchia – 2011), tratto da libro di Emma Viviani “Una tribù all'ombra delle foglie di coca”.


Per informazioni:
http://www.facebook.com/art11nonviolenzaepace?fref=ts
http://art11blog.wordpress.com/2012/10/02/pace-e-nonviolenza-a-pistoia


Stefano: stefanopt33@gmail.com; tel. 3381911887
Eloisa: eloisa.pierucci2@gmail.com; tel. 3470572731


martedì 27 novembre 2012

“Legge ad aziendam manda in fumo la difesa del suolo”


La legge regionale sul rischio idrogeologico (L.R. 21 maggio 2012, n. 21) disponeva l'abrogazione degli artt. 141 e 142 della L.R. 27 dicembre 2011, n. 66, ovvero:

 • art. 141 – Tutela dei corsi d'acqua
 • art. 142 – Interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata

in cui si trovava scritto che:
Nelle aree classificate dai piani strutturali, dai piani regolatori generali (PRG) o dai PAI [...], come aree a pericolosità idraulica molto elevata è consentita esclusivamente la realizzazione di infrastrutture di tipo lineare non diversamente localizzabili


In altre parole, se proprio ci deve passare una strada, si faccia, tenendo conto delle opere di messa in sicurezza da eventi con tempo di ritorno duecentennale.






In questi giorni, la L.R. 21/2012 è stata modificata nell'art. 2, comma 2, punto b, con l'aggiunta di un [e gas naturali]. Adesso, nelle stesse aree, è consentita la realizzazione di:

b) nuovi impianti e relative opere per la raccolta e la distribuzione della risorsa idrica, il convogliamento e la depurazione degli scarichi idrici, lo stoccaggio, il trattamento, lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti, la produzione ed il trasporto di energia da fonti rinnovabili
GAS NATURALI
o, comunque, al servizio di aziende e insediamenti produttivi previsti dagli strumenti e atti di pianificazione e programmazione regionali, provinciali e comunali vigenti al momento di entrata in vigore della presente legge, non diversamente localizzabili, oppure ampliamento o adeguamento di quelli esistenti

In sostanza, in aree ad elevato rischio idraulico, si potrebbe oggi costruire anche un impianto, per esempio, a metano.

(per chi volesse verificare, L.R. 24 novembre 2012, n. 64, art. 9)


Avanti, Repower! Il Bottegone ti aspetta!

Mi sembra però che il problema idrogeologico ci fosse ugualmente: anche fare un depuratore per l'acqua, o una centrale a biomasse nel pieno di una cassa di espansione non mi sembra un'ottima soluzione, neanche con opere per la messa in sicurezza da eventi che abbiano la possibilità di verificarsi una volta ogni due secoli.

Se Aulla e Albinia hanno insegnato qualcosa (anche ai non addetti ai lavori) è che non è opportuno costruire in zone ad alto rischio idraulico.
In un libro sulle alluvioni del 1878, l'autore (ing. prof. Matteo Fiorini) scriveva:

«...mutabile è il fiume...»



Il giudizio in merito della consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto) può essere letto a questo link.


lunedì 26 novembre 2012

Finanziamenti a scuole paritarie


Il 15 novembre è stato approvato l'ennesimo finanziamento statale per le scuole paritarie.
Ho chiesto lumi al deputato del PD Simonetta Rubinato, colei che ha presentato l'emendamento relativo e che si era espressa in questi termini:
Si tratta di una battaglia vinta a favore delle famiglie e in particolare della rete delle scuole paritarie.
Come ella stessa sostiene:
dall’esame della Relazione Tecnica ho scoperto che l’art. 8, comma 17, del disegno di legge di stabilità, che prevede l’attribuzione alle regioni di 223 milioni di euro a sostegno delle scuole non statali (per rimediare al taglio del 50% dei fondi ereditato dal Governo Berlusconi), di fatto, non consente l’utilizzo delle somme stanziate, perchè la somma viene data alle regioni che le possono però erogare solo nei limiti del loro patto di stabilità, che è stato ulteriormente inasprito di un ulteriore miliardo dall’art. 5 della stessa Stabilità
Poiché:
la Corte Costituzionale nella sentenza n. 50 del 2008 ha affermato che la natura delle prestazioni fornite dalle scuole dell’infanzia paritarie, “le quali ineriscono a diritti fondamentali dei destinatari, impone che si garantisca continuità nella erogazione delle risorse finanziarie”
l'Onorevole ha quindi presentato un emendamento per togliere quei fondi dal patto di stabilità, rendendoli direttamente spendibili dalle Regioni e di fatto facendoli traslare direttamente dallo Stato alle scuole non statali.
Altro riferimento normativo al quale chiede appiglio è:
la legge 62.2000 sulla parità scolastica. L’art. 1 stabilisce che il sistema pubblico dell’istruzione è costituito dalle scuole statali e da quelle paritarie non statali e comunali. In forza di questa legge lo Stato apposta dei fondi per le scuole paritarie


Provo a fare un sillogismo:
1) «Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti in particolare per quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali»
– l. 10 marzo 2000, n. 62 (“ Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”), art. 1, comma 2
2) "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato."
– Costituzione, all'art. 33
3) Quindi: le scuole paritarie non devono costituire oneri per lo Stato.


Da ricordare che secondo la stessa legge 62/2000 citata (art. 1, comma 1):
Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, comma 2 della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali.



Leggo dei 500 milioni destinati alle scuole paritarie per il 2013, o dei 535 milioni nel 2007, e non posso fare a meno di ripensare a quelle parole: “senza oneri per lo Stato”.
Il finanziamento, fatto nel 2007 con Prodi come nel 2010 con Berlusconi o nel 2012 con Monti, continua a sembrarmi incostituzionale, essendo chiaramente escluso dall'articolo 33.

Mi trovo in imbarazzante disaccordo con la Corte Costituzionale: com'è possibile che uno dei più alti organi del Paese possa imporre la garanzia di “continuità nell’erogazione delle risorse finanziarie” in netto contrasto con i principi espressi dalla Carta che lo stesso organismo dovrebbe tutelare?
Se lo Stato ha una carenza forse la dovrebbe colmare, non mettersi in contrasto con la propria Costituzione. Nel momento in cui si accetta di poter ignorare i dettami costituzionali per il bene di un gruppo di persone, tutto l'impianto di leggi perde il proprio significato: passa il principio che «se una legge mi crea un disagio non la seguo», inventando interpretazioni ad hoc.

Io non metto in dubbio il fatto che oggi l'assenza degli istituti parificati renderebbe impossibile fornire un'istruzione capillare e generalizzata, e per questo motivo mi sembrerebbe svantaggioso eliminare tutti i finanziamenti di punto in bianco (giudizio squisitamente umanitario; l'etica vorrebbe che si seguissero le leggi, e quindi che i finanziamenti fossero portati subito a zero).
Una politica seria vedrebbe una riduzione delle spese assurde fatte dallo Stato, con conseguente investimento nelle scuole statali e una parallela riduzione fino all'eliminazione totale dei contributi alle scuole paritarie (per rientrare in quanto previsto dalla Costituzione).

L'On. Rubinato ha parlato di costi per lo Stato, stimando in 6 miliardi di euro le spese per far sì che lo Stato possa colmare le proprie carenze in ambito scolastico, e io le rispondo in euro:

 • per i caccia F-35 si tratta di spendere 10 miliardi, anche se ultimamente qualcuno parlava di 13-14 miliardi (anche qui ricordo la Costituzione, art. 11 – e non mi si venga a dire che un cacciabombardiere è strumento di difesa...); meglio avere scuole o aerei da guerra?

 • l'AV Torino-Lyon, opera inutile e potenzialmente molto dannosa per salute pubblica (amianto, uranio) e ambiente (falde idriche), dovrebbe costare, secondo le stime più ottimistiche e senza tutta una serie di infrastrutture accessorie (la cui assenza renderebbe la linea ancora più assurda) intorno ai 10 miliardi; per l'opera completa, nel 2006 si parlava di 22, che ad oggi (se non erro) dovrebbero essere intorno ai 26 miliardi di euro;

 • il Ponte sullo Stretto di Messina prevede più di 8 miliardi di costo, mentre la società che da 31 anni ci mangia sopra senza aver realizzato nulla (in 31 anni...) ha già intaccato per circa 300 milioni le finanze pubbliche.

Mi fermo qui, anche se ci sarebbero tutta una serie di spese minori (dell'ordine dei milioni di euro) che impegnano l'Erario senza restituire nulla al Paese.


Riassumo: la Costituzione è la base del nostro ordinamento, e non può essere disattesa.
Evidentemente, nessuno dei Governi che si sono succeduti ha risolto il problema, e questo ha portato a una situazione complicata, ma mantenere la condizione di incostituzionalità non è una soluzione.

Noi (il sottoscritto, la lista tutta e, oso credere, la maggioranza dei detrattori del finanziamento alle scuole paritarie) stiamo dalla parte della legalità.
E a favore della realizzazione di priorità di spesa che non vadano verso l'interesse finanziario di qualche grande gruppo (Lockheed, Intesa-SanPaolo o CMC non fa differenza) bensì verso i bisogni dei cittadini e la tutela dei loro diritti fondamentali.

martedì 20 novembre 2012

Emergenza democratica


Proprio due anni fa un parlamentare del Pdl propose di togliere i figli
ai No Tav che li avessero portati a manifestare, e adesso ci troviamo queste convocazioni.
Vogliono colpire quello che a noi è più caro, i figli e la famiglia, per fermare il movimento


Dalla Valsusa mi arriva questa lettera:


Segnalo che stanno arrivando a casa convocazioni presso gli uffici di assistenza sociale, richiesti dalla Procura di Torino - Tribunale dei minorenni - per i ragazzi, minorenni appunto, che prendono parte a presidi, sit-in, volantinaggi, manifestazioni, attività No Tav, senza che ci sia una configurazione di un reato.
Si tratta di ragazzini identificati dalle forze dell'ordine, mentre, pacificamente, manifestavano in Valle di Susa.
Mio figlio Francesco, ancora 14enne, è stato segnalato, insieme ad altri minorenni, in quanto volantinava a Susa, a fine settembre. 
Non essendoci presenza di reato, perché la Procura "segnala" i ragazzini ai servizi sociali? Per vedere se il loro sano attivismo è sintomo di patologie o disagi familiari? Se hanno genitori violenti, oppressivi che li costringono a manifestare per diritti civili e politici?

Manifestare diviene sintomo di disagio, 
per i rappresentanti della legge?

Se questo non è regime, non so cos'altro dire.

Angela Lano


Nei link seguenti un intervista di Fabio Tanzilli e un'agenzia ANSA:

     • "Minorenni contro la Tav? Non è reato volantinare"
     • Baby no Tav, genitori da servizi sociali

lunedì 12 novembre 2012

Dirottare risorse dalle rinnovabili elettriche ad altri settori


Eolico: cartello di Associazioni scrive al Governo in occasione della Strategia Energetica Nazionale


Fermare il disastro territoriale, ambientale, paesaggistico, finanziario in atto con la corsa all’eolico, dirottare le risorse finanziarie verso più utili politiche di efficienza e risparmio energetico, investire nel rendere meno impattante il settore del trasporto, rivitalizzare ricerca e innovazione, espandere tecnologie amiche dell’ambiente come quelle nel settore del riscaldamento-raffrescamento. Ulteriore, moderata crescita delle rinnovabili elettriche solo con il fotovoltaico sulle superfici edificate o dove sorgono infrastrutture.
È la sintesi dell’articolata e argomentata istanza che, ancora una volta dopo anni, un cartello di Associazioni ambientaliste (ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS) sottopongono ai vertici di governo per affrontare il “caso” tutto italiano dello sviluppo, distorto, delle rinnovabili.
Nella nota trasmessa ai principali Ministri interessati (Finanze, Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Agricoltura, Turismo, Coesione territoriale) oltre al premier Monti, si richiama la preoccupazione per il vilipendio di valori territoriali tutt’ora in atto, a causa di errori disastrosi commessi in questi anni e che, invece di essere affrontato, rischia di essere aggravato senza contropartite.
Nella SEN (Strategia Energetica Nazionale), infatti, la soglia del 26,39% di rinnovabili elettriche programmato al 2020, e già oggi raggiunto, viene improvvisamente elevato al 36-38%.
In realtà un aumento “ingannevole” senza alcuna preventiva valutazione di carattere territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica, che paradossalmente nasconde conseguenze negative anche per la stessa lotta ai gas serra.
“Da un lato – spiegano le Associazioni - tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico, determinerà il sacrificio su vasta scala di ulteriori, immensi territori fra i più belli e delicati del nostro Paese, per contribuire al raggiungimento, nel breve tempo di soli otto anni, di un incremento di ulteriori 10-12 punti percentuale di rinnovabile nel comparto elettrico, e per il quale non vi è alcun nuovo obbligo internazionale. Un ennesimo lucroso regalo a chi ha già occupato migliaia e migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e che, anzi, dovrebbe essere tassato in ragione di rendite sproporzionate.
“Dall’altro – proseguono - un contesto economico e finanziario durissimo, pagato ogni giorno da milioni di italiani in difficoltà. Dovrebbero quindi essere tagliati gli sprechi nel settore e dovrebbero essere favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, un imprescindibile sostegno ai nostri ricercatori dirottando una più dignitosa frazione del fiume di incentivi all’innovazione tecnologica di tutto il settore delle rinnovabili.
“Invece con questa Strategia energetica – che, al già abnorme importo di 9 miliardi spesi nel 2011 come incentivi alle rinnovabili elettriche, da quest’anno prevede l’aumento di altri 3,5 miliardi, per un totale di ben 12,5 miliardi di euro all’anno protratti per 20 anni - si predispongono pesanti aggravi di spese a danno di famiglie, consumatori e imprese italiane, perseguendo risultati di contenimento delle emissioni più modesti rispetto alle alternative possibili”.
La stessa SEN afferma che, come percentuale sui consumi totali, il calore (riscaldamento e raffrescamento) “rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quello dei trasporti, con poco più del 30% e infine da quelli elettrici.”

Le Associazioni ricordano che la crescita degli obiettivi di riduzione dei gas serra deve essere perseguita con convinzione ma rispettando la capacità produttiva delle stesse rinnovabili, la sostenibilità ambientale e in relazione alle possibilità offerte dal nostro territorio, che rappresenta un bene limitato, prezioso, irrinunciabile.
Nel campo delle rinnovabili elettriche un’ulteriore crescita è ammissibile, moderatamente, attraverso tecnologie come il fotovoltaico, capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati o occupati da infrastrutture ma privi di significato storico e architettonico, di cui l’Italia purtroppo abbonda con centinaia di migliaia di ettari.



ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS.

5 Novembre 2012