giovedì 5 giugno 2014

Agromafie e caporalato



Dall'articolo “Agromafie, ci pensa il caporale” di Antonio Sciotto, su Il Manifesto (3 giugno 2014):


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Il capo­ra­lato in agri­col­tura, secondo le stime del Rap­porto Cgil, costa allo Stato un’evasione con­tri­bu­tiva non infe­riore ai 600 milioni di euro annui. Sono almeno 400 mila, l’80% dei quali stra­nieri, i poten­ziali lavo­ra­tori in agri­col­tura che rischiano di con­fron­tarsi ogni giorno con il capo­ra­lato. Men­tre sono sicu­ra­mente 100 mila quelli che vivono una grave con­di­zione di sfrut­ta­mento lavo­ra­tivo, oltre al grave disa­gio abi­ta­tivo e igienico-sanitario.

Chi si affida a un capo­rale non solo viene sfrut­tato nei campi: da Nord a Sud, il dos­sier sfata il falso mito secondo cui il para-schiavismo si con­cen­tre­rebbe solo nel Meri­dione. Il Pie­monte ad esem­pio è molto col­pito, come anche la Lom­bar­dia, il Veneto e l’Emilia, spesso nelle coop della logi­stica o nelle aziende di con­fe­zio­na­mento. Ma poi viene spesso «accolto» in luo­ghi fati­scenti e spor­chi, senza acqua pota­bile e ser­vizi igie­nici, e lì deve vivere: magari non per­ché for­zato, ma anche solo per il sem­plice fatto che all’alba il capo­rale viene lì, e non altrove, a prenderti.

Dati da bri­vido: il 62% dei lavo­ra­tori impe­gnati nelle rac­colte non ha accesso ai ser­vizi igie­nici; il 64% non ha accesso all’acqua cor­rente; il 72% di quelli che si sono sot­to­po­sti a visita medica, ha svi­lup­pato malat­tie legate al lavoro.

E come ven­gono retri­buiti? Natu­ral­mente in nero, con ampi mar­gini di rispar­mio per le imprese rispetto al lavoro rego­lare: tra i 25 e i 30 euro al giorno, per una media di 10–12 ore di lavoro. Ma mica pos­sono tener­seli tutti. C’è la «tassa» per i capo­rali, spesso vicina al 50% del già magro sala­rio: 5 euro per il tra­sporto, 3,5 euro per il panino, 1,5 euro per la bot­ti­glietta d’acqua.
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A questo link il 2° rapporto "Agromafie e Caporalato" curato per FLAI-CGIL dall'Osservatorio Placido Rizzotto.

A questo link la cartina delle zone più a rischio di sfruttamento lavorativo in agricoltura.


Il mercatino del blues...


Pistoia Blues!

Quest'anno la disposizione delle bancarelle cambia: la piazze di S. Francesco, Spirito Santo e S. Bartolomeo vedranno il concentramento delle attività (compresi concerti minori) mentre le strade rimarranno vuote.

Si chiama rinnovamento per la 35ma edizione del Pistoia Blues.

Nello spirito che ci ha contraddistinto fin dalla nostra nascita, crediamo che le persone più adatte a parlare di determinati argomenti siano i diretti interessati, che degli argomenti specifici conoscono sfaccettature che altri non colgono.

A questo link è possibile visionare l'avviso del 23 maggio con cui il Servizio Sviluppo Economico e Politiche sociali del Comune di Pistoia rende nota le nuove caratteristiche della manifestazione commerciale.

Di seguito è riportata la lettera del Collettivo Rinascita Pistoia Blues diretta all'amministrazione comunale:


Le inviamo questa lettera in merito alla nuova sistemazione delle bancarelle prevista per il Pistoia Blues 2014. questa comunicazione racchiude le volontà di molti partecipanti al mercatino. Noi chiediamo in merito alla vostra decisione chiarimenti sule sequenti tematiche:
1 – Motivazioni di questo riassetto delle bancarelle.
2 – Perché non sono stati avvertiti, o fatti partecipi ad un colloquio costruttivo, i “mercatari” che con molto impegno ogni anno cercano di realizzare un’evento afffascinante e pieno di energia, portando un’aria sempre nuova alla città e favorendone l'immagine e l'economia.
3 – Secondo una nostra previsione il togliere dal centro città le bancarelle, farà aumentare l’abusivismo, e per mantenere l’ordine sarete costretti ad aumentare i controlli, quindi il centro storico sarà scenario di grotteschi inseguimenti.
4 – Il ripensare la sistemazione in piazze marginali e logisticamente assurde farà perdere l’immagine che il festival Pistoia Blues si è fatto in 34 edizioni in tutto il mondo. Analizzando la vostra nuova sistemazione “il giro per le bancarelle” andrà perduto; partire da Piazza S. Francesco, dove sono previsti 60 banchi, proseguire per via Bozzi completamente vuota, continuare per via Curtatone completamente vuota, trovare finalmente il secondo blocco di bancarelle in Piazza Spirito Santo; non potendo proseguire per Piazza Del Duomo (ove sono ubicati i concerti), fare il giro esterno di fronte il vecchio ospedale del Ceppo in via Pacini, completamente vuota e oltretutto carrabile, arrivare dopo 600 metri in Piazza S. Bartolomeo per l’ultimo blocco. A voi lasciamo questa riflessione (evidentemente non valutata in fase di decisione).
5 - Il ritardo nella comunicazione del bando precetterà l’iscrizione di mercatari che vengono da fuori Pistoia, riducendo cosi il numero degli espositori di qualità che ogni anno hanno partecipato al mercatino del Blues raggiungendo la città da tutta Italia.
6 - Quale il ruolo e la posizione delle associazioni di categoria che rappresentano i commercianti del centro storico? Queste questioni sono state sollevate da diversi espositori. Tutti ci aspettiamo doverose risposte esaustive, non semplici risposte evasive su un eventuale “coraggioso cambiamento importante”, su tutti i punti, in quanto ci sentiamo oltraggiati ed offesi dal comportamento da Voi tenuto.