lunedì 25 marzo 2013

L'Elefante Bianco



Sabato 23 marzo c'è stata una manifestazione in Val di Susa, una camminata negli otto chilometri che separano Susa da Bussoleno per protestare ancora una volta contro l'AV Torino-Lyon, opera inutile e dai costi faraonici che condizioneranno la spesa pubblica italiana per decenni.
Questo è un breve resoconto (disorganico) della giornata di sabato.




Sacro in India e di conseguenza un animale che non può esser fatto lavorare. In altre parole, l'elefante bianco è un brutto dono per chi lo riceve, poiché lo dovrà accudire senza poterne trarre un vantaggio.
Questo il simbolo scelto per rappresentare le Grandi Opere inutili al forum sociale mondiale che si terrà a Tunisi a fine marzo, il cui striscione avanzava alto, in anteprima, sabato pomeriggio tra Susa e Bussoleno.

(un grazie a Claudio Giorno per la spiegazione dello striscione, la cui scritta in arabo mi aveva sorpreso...)

Cosa porta a marciare sotto la pioggia? La convinzione di avere ragione.
Prima il trenino dei bimbi, poi i gonfaloni dei comuni (anche quello di Napoli, in nome del NIMBY), poi i sindaci con fasce tricolori (solo dopo un momento si notavano oltre a quelle rosse, bianche e verdi anche quelle rosse, bianche e blu...), una banda che suona, dei clown che mimano gli scontri con i poliziotti, anziani e famiglie con passeggini, Emergency, sigle sindacali e di partito (non si vedevano le bandiere del M5S... grazie per aver sostenuto la lotta senza voler mettere un “cappello”), parlamentari, insegnanti arrabbiati e pompieri, cattolici NO-TAV e anarchici, striscioni dal Veneto, dalla Sicilia, dai NO Dal Molin di Vicenza, dai NO TUNNEL di Firenze e... «Lyon-Turin: couteux, aberrant, dangereux et inutile»... dalla Francia?

Già, la Francia, dove l'accordo del gennaio 2012 per l'AV non è stato ancora ratificato perché l'investimento non è giustificato da un ritorno economico, in termini di posti di lavoro o in nessuna altra maniera. In linea con quanto accade in Slovenia, comunque, dove il TAV non è ritenuto una priorità e quindi ne riparleranno una volta finita la crisi. Intanto la linea che doveva partire da Lisbona avrà inizio a Barcellona e finirà...


Di fronte a notizie come queste e a dati tecnici illustrati molto bene durante un incontro a Bussoleno la mattina del 23 è stato gradevole sentire il commento dell'onorevole Laura Puppato (PD): «non ci sono evidenze di vantaggi economici derivanti dalla nuova linea, i soldi pubblici andrebbero spesi seguendo altre priorità specie in tempi di crisi, una commissione d'inchiesta sarebbe opportuna».

Monica Frassoni (presidente dei Verdi Europei) ad Ambiente Italia dice: «si è speso 1 mld € per adeguare la linea storica al passaggio di 20 t di merci l'anno, oggi ne passano 3,5: il tunnel oggi non serve»; imbarazzante la risposta tecnica del presidente di Fare Ambiente, Vincenzo Pepe: «lei ha fatto sparire i Verdi in Italia»

Alla sera, il TG regionale parlava di decine di migliaia di persone in corteo. Le riprese fatte al cantiere, con i parlamentari a fare il sopralluogo, lasciano l'impressione che i SÌ TAV non abbiano motivazioni da rendere pubbliche: l'area del cantiere non è quella di progetto, le recinzioni sono illegali, il traffico (merci e passeggeri) è assente; risponde Marco Rettingheri, direttore generale LTF: «parlano i fatti: cantiere, 80 persone, più il cunicolo».
Il cunicolo.
50 metri.
In 23 anni.
Costo: 1 mld €.

Uhm...

Oggi, rientrando, l'imponente dispiegamento di Polizia e Guardia di Finanza che accoglieva chi entrava ieri in valle è solo un ricordo, complice il fatto che durante il corteo le divise erano veramente poche rispetto ad altre volte.

Una nota di civiltà: un ragazzo faceva scritte con una bomboletta. Non sui muri, ma sui manifesti ormai inutili delle liste che si disputavano le politiche di febbraio.

Qualcuno ha detto che durante la minifestazione stesse piovendo? A me è sembrata una splendida giornata.


P.S. – “egregio sig. Ministro, la sua affermazione è falsa”, ovvero una lettera datata 24 marzo del prof. Angelo Tartaglia al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera...

venerdì 22 marzo 2013

Maltempo o Rossi: cosa è peggio?


Insopportabile.
Il Governatore Rossi nei giorni scorsi annunciava di essersi sospeso lo stipendio per protesta, in attesa che arrivino gli aiuti statali, tra gli altri, agli alluvionati del 2012.
Ieri proponeva di chiedere lo stato di emergenza in modo da ottenere aiuti statali per rifondere i danni causati dal maltempo di lunedì:

«chiederemo al nuovo governo di escludere gli investimenti
per gli interventi di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica dal Patto di stabilità.
Ancor prima di chiedere nuove risorse chiederemo questo.
È assurdo finire sott’acqua per i vincoli di Maastricht».

Lodevole intento, se non fosse che secondo la legge da Rossi firmata l’anno scorso, all’indomani delle alluvioni che hanno sconvolto la Toscana a fine 2011, si legge:


LEGGE REGIONALE 21 maggio 2012, n. 21
Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d’acqua.

Art. 2 – Interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata

È consentita la realizzazione di:

comma 1:
 • opere di difesa e regimazione idraulica;
 • infrastrutture di tipo lineare non diversamente localizzabili

comma 2:
 • ampliamento e adeguamento di opere pubbliche;
 • impianti (indipendenti o al servizio di aziende e insediamenti produttivi, oppure ampliamento o adeguamento di quelli esistenti) e relative opere per:
– raccolta e distribuzione della risorsa idrica
– convogliamento e la depurazione degli scarichi idrici
– stoccaggio, trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti
– produzione ed il trasporto di energia da fonti rinnovabili e gas naturale*;
 • nuovi edifici rurali, oppure ampliamento o modificazione di quelli esistenti;


Come dire che in zone inondabili si permette la realizzazione di strade, ferrovie, discariche, inceneritori, centrali elettriche, case, depuratori, stalle…
Un circolo vizioso: Rossi consente la costruzione in zone a rischio e poi chiede di pagare i danni allo Stato; crea le condizioni per il verificarsi di danni ingenti (o peggio) e poi si lava la coscienza dicendo «Mi sospendo lo stipendio». 

Ripeto: insopportabile.


* – quel “gas naturale” non appartiene alla stesura originale della legge, ma è stato aggiunto a novembre, andando casualmente a giustificare la centrale Repower prevista alle porte di Pistoia

__________________________________________________________

Nota – Bianchini, sul suo blog QuarrataNews precisa:
Dalla Regione stessa mi scrivono di stare attenti alla formulazione «essersi sospeso lo stipendio»: che non significa «aver rinunciato» allo stipendio, ma che il Presidente lo prenderà tutto insieme, quello stipendio lì, quando gli pare a lui.