lunedì 15 luglio 2013

«Pagherò quando sarà caldo»


Il nastro tricolore è stato tagliato.


C'erano la banda, il coro, gli sbandieratori.
C'erano i politici, qualche tecnico, i "decisori".
C'erano i cittadini, le lavoratrici col dubbio sul domani.
E c'erano le voci.
“Ma manca la roba, è pronto a metà. Perché hanno anticipato l'apertura?”
“Perché Rossi il 25 è in vacanza”
“No, perché stanno per arrestare ... e questo avrebbe rovinato l'inaugurazione”

Solo voci, per carità, ma che dimostrano quanto il cittadino medio sia convinto che l'interesse principale non sia quello dell'utente.

E poi ci si chiede: “Ma se le idrovore smettessero di lavorare, in quanto tempo si riempirebbe d'acqua l'ospedale?”
“Ma perché non l'hanno fatto nell'area ex-Pallavicini?”
“Perché Rossi, presidente degli alluvionati, è così contento che abbiano costruito un ospedale in area di pertinenza fluviale?”
...in effetti, il rapporto del presidente con l'idrologia è un po' dubbio (si veda la legge 21/2012 e cosa è consentito costruire in aree a rischio idraulico molto elevato).

Le domande continuano.
“Questi sono gli ascensori che hanno cambiato perché le barelle non ci entravano?”
“Ma il Brusigliano è sempre una fogna? Non dovevano ripulirlo prima di aprire l'ospedale?”
“Hai sentito che tagliano il personale?”


È stato quasi surreale un passaggio del discorso del presidente Rossi, dove si schierava nettamente a favore della sanità pubblica perché è un «bene comune, come l'acqua, l'aria, il clima; le amministrazioni devono tutelare i beni comuni contro le speculazioni, le privatizzazioni, ...».
La memoria torna al referendum sull'acqua e a come il PD si fosse schierato nettamente contro, salvo fare un cambio di rotta all'ultimo momento per seguire il proprio elettorato (ricordiamo tutti la risposta di Veltroni a padre Zanotelli in merito all'acqua pubblica, no? E le posizioni di D'Alema, o del sindaco di Torino Chiamparino, o di quello di firenze Domenici, o di quello di Pistoia Berti...).
Per cercare un'opposizione alle privatizzazioni di aziende o servizi bisogna rivolgersi verso i movimenti, non certo verso i partiti, eppure... eppure dalle parole di Rossi sembra che il PD sia alfiere dei beni comuni.
Poi si torna nella realtà, e al centro commerciale legato da sempre indissolubilmente all'ospedale.
Si ripensa all'area sbandierata per comunale, ma per la quale si è dovuto comunque pagare.
O alla gestione privata che, come è stato ricordato, perdurerà per altri 19 anni.


È faticoso dovere, ancora una volta, mettere in fila tutte le criticità.
Ricorderemo solo, a titolo d'esempio, che la fogna Brusigliano ancora non è stata bonificata (tradendo quindi l'accordo di programma che prevedeva un rivoletto bucolico accanto al nuovo presidio ospedaliero) e anzi si programma di realizzarvi una cassa d'espansione per trattenere i liquami nel Bosco in Città (che da 10 anni avrebbe dovuto essere un parco cittadino); maggiori dettagli in merito quando avremo la possibilità di verificare il progetto nella sua completezza, documento (non ancora pervenuto) promessoci il 12 giugno dall'architetto Bragagnolo, dirigente del Comune di Pistoia, durante un incontro apposito cui era presente anche l'assessore Tuci.


Esemplare l'impossibilità, il giorno dell'inaugurazione, di accedere senza automobile, dettaglio che ha portato alla situazione paradossale di una donna fermata dai vigili, identificata e trattenuta in zona perché intenzionata a tornare a casa a piedi. Avendo un tutore al braccio non poteva guidare.


Per ultimo un commento che è parso il più esemplificativo:

«A sentir parlare loro sembra che vada tutto bene...»

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