mercoledì 22 maggio 2013

Politica privata?


Art. 49 – Costituzione della Repubblica Italiana

«Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.»


Secondo Anna Finocchiaro, Luigi Enrico Zanda, Nicola Latorre, Felice Casson e Carlo Pegorer questo significherebbe che soltanto i partiti definiti da una personalità giuridica hanno diritto a fare politica:

«L'acquisizione della personalità giuridica e la publicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale ai sensi dell'articolo 8 costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni ufficiali»
– art. 6, c. 1, DDL 22 marzo 2013 n. 260


Il senso dell'articolo 49 è a mio avviso differente: a nessuno può essere negata la possibilità di incidere sulla politica entrando a far parte di un partito.
La differenza è abissale, soprattuto nella concezione di democraticità.
Mentre la prima interpretazione cerca di mettere le briglie alla partecipazione politica, la seconda tende ad eliminare i rischi di marginalizzazione di questo o quel cittadino. Anche guardando all'impostazione della Carta Costituzionale vedrei questa seconda interpretazione più in linea con gli intenti dei Padri Costituenti.


Leggo una dichiarazione di Zanda:
«Sono stupito, mi sembra una polemica del tutto strumentale», dice il presidente dei senatori democratici, perché si tratta di un testo «che ho sottoscritto per migliorare l'ordinamento, non per punire questo o quel partito o per far danno a qualcuno. [...]»

Anch'io sono stupito: in che Paese vive Zanda? Non ha fatto caso a quante liste civiche si sono presentate (soprattutto ultimamente) alle elezioni da 40 anni a questa parte?
Nella sola Pistoia delle amministrative 2012 un simile provvedimento avrebbe visto l'eliminazione dalla competizione elettorale di 8 gruppi su 17, rappresentanza del 30% dei votanti, 9 consiglieri.
Questo nel nome della democrazia?

È dalla nascita del PD che chiedo quale concetto abbiano di “democrazia”, fino da quelle prime primarie pubblicizzate con l'ossimoro «Sono democratico PERCIÒ decido io».
Una sola risposta diretta, datata 2007: «Qualcuno cerca di travisare il significato della parola».
Purtroppo, tante sono le conferme indirette.


Altre dichiarazioni (Alessandra Moretti, Paolo Guerrieri, la stessa Finocchiaro) sostengono che la norma servirebbe a dare trasparenza ai partiti, a favorirne la democrazia interna.
Tali argomentazioni esulano dalla critica:

si vuole impedire che singoli cittadini facciano politica dall'esterno di un apparato.

PERCHÉ?

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