martedì 27 novembre 2012

“Legge ad aziendam manda in fumo la difesa del suolo”


La legge regionale sul rischio idrogeologico (L.R. 21 maggio 2012, n. 21) disponeva l'abrogazione degli artt. 141 e 142 della L.R. 27 dicembre 2011, n. 66, ovvero:

 • art. 141 – Tutela dei corsi d'acqua
 • art. 142 – Interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata

in cui si trovava scritto che:
Nelle aree classificate dai piani strutturali, dai piani regolatori generali (PRG) o dai PAI [...], come aree a pericolosità idraulica molto elevata è consentita esclusivamente la realizzazione di infrastrutture di tipo lineare non diversamente localizzabili


In altre parole, se proprio ci deve passare una strada, si faccia, tenendo conto delle opere di messa in sicurezza da eventi con tempo di ritorno duecentennale.






In questi giorni, la L.R. 21/2012 è stata modificata nell'art. 2, comma 2, punto b, con l'aggiunta di un [e gas naturali]. Adesso, nelle stesse aree, è consentita la realizzazione di:

b) nuovi impianti e relative opere per la raccolta e la distribuzione della risorsa idrica, il convogliamento e la depurazione degli scarichi idrici, lo stoccaggio, il trattamento, lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti, la produzione ed il trasporto di energia da fonti rinnovabili
GAS NATURALI
o, comunque, al servizio di aziende e insediamenti produttivi previsti dagli strumenti e atti di pianificazione e programmazione regionali, provinciali e comunali vigenti al momento di entrata in vigore della presente legge, non diversamente localizzabili, oppure ampliamento o adeguamento di quelli esistenti

In sostanza, in aree ad elevato rischio idraulico, si potrebbe oggi costruire anche un impianto, per esempio, a metano.

(per chi volesse verificare, L.R. 24 novembre 2012, n. 64, art. 9)


Avanti, Repower! Il Bottegone ti aspetta!

Mi sembra però che il problema idrogeologico ci fosse ugualmente: anche fare un depuratore per l'acqua, o una centrale a biomasse nel pieno di una cassa di espansione non mi sembra un'ottima soluzione, neanche con opere per la messa in sicurezza da eventi che abbiano la possibilità di verificarsi una volta ogni due secoli.

Se Aulla e Albinia hanno insegnato qualcosa (anche ai non addetti ai lavori) è che non è opportuno costruire in zone ad alto rischio idraulico.
In un libro sulle alluvioni del 1878, l'autore (ing. prof. Matteo Fiorini) scriveva:

«...mutabile è il fiume...»



Il giudizio in merito della consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto) può essere letto a questo link.


1 commento:

  1. interessante e ben documentato l'articolo.

    triste l'argomento.


    possibile che a Pistoia si possa fare e disfare in barba alle leggi ? possibile che i nostri governanti locali abbiano la spudoratezza di definirsi democratici e di sinistra ?

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