venerdì 20 settembre 2013

Boccaccio 2013 – prima risposta


La prima risposta alla richiesta di chiarimenti è giunta dall'ufficio stampa del Comune di Certaldo


Gentile Consigliere Guastini,
confidando che i destinatari della sua presente le vorranno rispondere, ritengo comunque importante segnalarle l'esistenza di un "progetto artistico" vero e proprio che sta a monte dell'immagine in questione.
Progetto che, nella sua completezza e organicità, abbiamo notato era del tutto ignorato o travisato dalle recenti critiche comparse su blog e social network
La invitiamo quindi a leggere http://www.boccaccio2013.it/it/arte/205-arte-urbana-il-ninfale-fiesolano-concept per il manifesto in questione, a sfogliare http://www.boccaccio2013.it/it/arte per visionare il progetto in progress, e le allego il comunicato diffuso ieri a questo proposito dalla Associazione Polis.
Cordiali
Filippo Belli
Ufficio Stampa


Questa la risposta:


Gentile Belli,
per prima cosa tengo a precisare di non essere consigliere.
Ovviamente il "progetto artistico" lo avevamo visto e ne avevamo letto e valutato le motivazioni; anche se blog e social network ignorano e travisano, da questo punto di vista le posso assicurare che ci eravamo informati. Avrà certo notato che nella lettera non abbiamo rivolto critiche al progetto o agli artisti; però, se è da rispettare la loro libertà di espressione, è da rispettare anche la libertà di espressione di chi reputa brutto, squallido o persino offensivo il loro lavoro.
Ci terrei a far notare anche che il bollino ARTE non è sufficiente a definire come valida una qualsiasi iniziativa; questo rischierebbe di diventare un modo per aggirare ogni proposito morale o legale: se qualcuno giudicasse "artistici" i lager nazisti, questi diventerebbero una cosa di cui andare orgogliosi?
Per tornare alla lettera, non le sarà certo sfuggito che era indirizzata alle istituzioni.
Proprio le istituzioni, infatti, dovrebbero andare oltre al semplice "mi piace" o "non mi piace", cercando di promuovere ciò che è utile all'interesse generale.
Nello specifico, la Presidenza della Repubblica e la Commissione regionale Pari Opportunità si erano spese contro l'utilizzo del corpo femminile come specchietto per le allodole, come esca per portare l'attenzione su un prodotto (fisico o culturale fa poca differenza).
Un tale utilizzo veniva considerato sottocultura, lesivo della dignità della donna e preambolo di molestie e violenze.
Oggi la Presidenza della Repubblica e la Regione contraddicono con i fatti le parole dette (e, per colmo, si tratta esattamente delle stesse persone fisiche che ricoprono le stesse cariche).
A loro chiediamo di spiegarsi.

Cordialmente
Enrico Guastini

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