venerdì 9 maggio 2014


Documento sui pesticidi elaborato da Luciano Michelacci
per l'Alleanza Beni Comuni.




PESTICIDI




La definizione dei pesticidi è: categoria di composti chimici utilizzati per combattere parassiti e altri organismi dannosi per l'uomo, gli animali e le piante (come insetti, funghi, muffe, roditori, erbe o nematodi). Per la loro stessa natura i pesticidi risultano pericolosi all'uomo o agli altri animali, in quanto il loro scopo è di uccidere o danneggiare gli organismi viventi. A seconda come si vogliono presentare vengono chiamati anche: fitosanitari o agro farmaci  o fitofarmaci.
L'intossicazione da fitofarmaci può provocare: cancro, abbassamento delle difese immunitarie, malattie e malformazioni nel feto, allergie, sterilità, danneggiamento nella trasmissione degli impulsi nervosi. 
I pericoli maggiori sono per i bambini.

Oggi in Europa

Ogni anno vengono sparse nell’ambiente 220.000 tonnellate di pesticidi: 108.000 tonnellate di fungicidi, 84.000 tonnellate di erbicidi e 21.000 tonnellate di insetticidi. Se ci aggiungiamo le 7000 tonnellate di “regolatori della crescita” questo equivale a mezzo chilo di sostanze attive per ogni cittadino europeo. 
La persistenza dei pesticidi nell’ambiente è conferma da molte analisi, tra cui una recente indagine dell’ISPRA ( Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che dice:
“…….Sono ancora largamente presenti, nelle falde acquifere superficiali e sotterranee,  sostanze ormai fuori commercio, come l’atrazina (bandita da oltre due decenni) e la simazina vietata in anni più recenti. Tale presenza è evidentemente il residuo di una contaminazione dovuta al forte utilizzo delle sostanze nel passato e alla loro elevata persistenza ambientale.”
La legge regola i limiti massimi per ciascun principio attivo dei pesticidi, ma non dice niente riguardo al multi residuo, ciò la presenza di più pesticidi nello stesso campione.
Analisi Lega ambiente 2012 nella provincia di Bolzano: il frutto sano per antonomasia: la mela, contaminata da più residui nell'65% dei casi (anche con 4 e 6 diverse sostanze contemporaneamente).
Per dare un’idea della presenza di pesticidi in tutto l’ambiente riporto questa indagine (Fonte: IASMA - Unità Sperimentale Agraria, Convegno Sernaglia (TV) 16 dicembre 2011):
“I contadini quando irrorano i pesticidi sono protetti da maschera e tuta. Quando invece lavorano nel vigneto non hanno alcuna protezione. Esaminando le urine degli agricoltori prima e dopo i trattamenti e prima e dopo i vari lavori eseguiti nella vigna si è visto come gli inquinanti presenti nelle urine sono poco superiori alla media dopo il trattamento con i pesticidi, mentre sono quasi 4 volte superiori alla media dopo l’operazione di legatura tralci o altre operazioni abituali, cioè quando non sono protetti. Questa è la condizione dei cittadini che vivono vicino alle colture, non hanno la tuta e la maschera che li protegge ed assorbono dosi massicce di veleni.” 
Secondo David Pimentel, professore di Agricoltura e scienze della vita alla Cornell University:
“Meno dello 0,1% dei pesticidi applicati per il controllo degli agenti nocivi raggiunge il bersaglio. Più del 99,9% dei pesticidi migra nell’ambiente, e qui aggredisce la salute pubblica, contaminando il suolo, l’acqua, l’atmosfera dell’ecosistema. Poiché, per un grammo di proteine che produce, un bovino deve mangiare 16 grammi di proteine vegetali; la concentrazione di residui di pesticidi nella carne è maggiore che nei vegetali, oltretutto negli allevamenti intensivi viene fatto largo uso di medicine per scongiurare malattie da stress e sovraffollamento.”
In altre parole troviamo i pesticidi in tutto l’ambiente e in tutti gli alimenti, come detto sopra i pesticidi sono stati fatti per uccidere, non ha quindi senso parlare di limiti ammessi per legge, ci sono tracce di pesticidi nell’ambiente e in quello che mangiamo, se queste tracce sono minime uccidono poco, se sono alte uccidono molto, ma uccidono sempre.
Le industrie chimiche nei nomi dei loro prodotti, nelle loro pubblicità, adoperano linguaggio di guerra (uccidere, sterminare …).  
Una delle conseguenze dell'uso indiscriminato dei pesticidi in agricoltura è l'aumento delle "resistenze". In altre parole i microrganismi o le piante infestanti col tempo si adattano ai veleni fino a diventare immuni. Ne consegue che per combatterli occorre aumentare le dosi e la tossicità delle sostanze. Si è calcolato che le piante resistenti ai pesticidi sono passate da 10 nel 1938 a 402 nel 1980 a 650 nel 1991. 
Poiché esistono diversi metodi e/o lavorazioni che possono sostituire con efficacia i pesticidi chimici, usiamoli.

Alternative ai pesticidi

Scelta di varietà resistenti alle malattie, uso di esche per la cattura, uso di odori che confondono gli accoppiamenti, uso di pesticidi completamente derivati dalle piante, piantagione assieme alla coltura principale di specie repellenti per insetti, semine di sovesci, piantagione miste di specie con diversa profondità dell’apparato radicale evita la nascita di infestanti, uso di pacciamatura, etc.
Il miglior metodo per evitare i pesticidi  è senz’altro la biodiversità, laddove esiste la biodiversità nessun organismo può prendere il sopravvento. Questo principio è esattamente il contrario delle azioni delle industrie chimiche,: riducono il più possibile le varietà per uniformare la loro produzione di semi, la diminuzione della biodiversità porta ad un uso sempre maggiore di pesticidi. Con i profitti realizzati vendendo veleni, le multinazionali del chimico stanno comperando le industrie farmaceutiche, prima ci vendono i veleni facendoci ammalare, poi ci vendono le medicine per curarci ( sospetto che siano gli stessi veleni con altri nomi).

Azioni

Porre la massima attenzione alla provenienza di ciò che mangiamo, se tutti mangiamo biologico, le aziende che producono con metodi chimici dovranno convertirsi, attualmente in Toscana su 40.00 aziende agricole solo 4.000 sono biologiche. 
Frutta e verdura solo di stagione, per produrre fuori stagione occorrono troppi trattamenti.
Sviluppare il più possibile l’agricoltura familiare e di prossimità e i mecati locali, la migliore garanzia di salubrità è la conoscenza diretta del produttore e del luogo dove opera.
Ricordarsi che il 13% dei pesticidi è usato solo per migliorare l’aspetto dei cibi.
Il 25% della produzione mondiale di pesticidi viene usato nella coltivazione del cotone, pensate quanti veleni in meno se comperiamo solo cotone biologico.
Diffondere con tutti i mezzi possibili queste informazioni, informatevi, si trovano centinaia di libri, di articoli in internet, di ricerche, sui temi sopra detti. Parlatene con amici, conoscenti, compagni di lavoro.






Le grandi produttrici di veleni:

Big agro: Basf Agro SAS, Bayer CropScience, Dow AgroScience, DuPont, Monsanto e Syngenta

Big pharma: Pfizer, Glaxo Smith Kline, Johnson & Johnson, Merck, Novartis, Astra Zeneca, Roche, Bristol-Myers Squibb, Wyeth (Pfizer), Abbott Labs.

martedì 11 febbraio 2014

Frane e alluvioni

Scuole chiuse, strade impraticabili, case, negozi, capannoni invasi dall'acqua, frane in montagna e in collina, frazioni isolate, ferrovie bloccate. Visto che da un po' di tempo, come accade ormai ogni volta che piove, si alzano numerosissime le voci che lamentano danni e inefficienze, proviamo a condividere due riflessioni tratte dalla prefazione di una tesi di dottorato, nella speranza di aprire uno spiraglio di comprensione sull'argomento (non certo nuovo) e sulle responsabilità.


lunedì 3 febbraio 2014

Comunicato di Viva la porrettana viva


In seguito all'evento franoso che il 5 Gennaio scorso ha colpito la linea ferroviaria, nei pressi della stazione di Corbezzi, il Comitato Viva la porrettana viva ha palesato le sue preoccupazioni alle istituzioni toscane (Comune, Provincia e Pistoia) e ha presentato loro una proposta su come poteva venire organizzato al meglio un servizio sostitutivo.

Ad oggi non sono state ottenute risposte in merito; ad un mese dall'accaduto non sappiamo ancora quale sarà il nostro destino, quale è stata la reale entità del danno, quali i tempi necessari per il ripristino e la messa in sicurezza della linea.

Troviamoci il 9 Febbraio a La Cugna (ore 9:30, nel piazzale antistante il Ristorante, S.S. 64) per una passeggiata dimostrativa, per continuare a tenere alta e viva l'attenzione sulla nostra Porrettana, per difendere il nostro futuro!

È importante la partecipazione: si chiede la cortesia di diffondere il volantino dell'iniziativa!





















Per qualsiasi info sull'evento, potete contattare il Comitato Viva la porrettana viva (a questo indirizzo mail) o visitare la pagina del gruppo Facebook “Salviamo la Porrettana”.


Saluti 

Il Comitato Viva la porrettana viva

domenica 26 gennaio 2014

Ospedali, ovvero: tutto il mondo è paese

Era già successo a Susa (TO) che il reparto di ostetricia venisse soppresso, prima tappa della riduzione del servizio sanitario. Se serve l'ospedale, si va a Torino: 60 km.
Qui, a Pistoia, è l'ospedale della montagna, quello di San Marcello, che rischia la dismissione, con buona pace di chi ha un incidente in montagna (strada o pista che sia). Ospedale più vicino: Pistoia, 30 km, sperando che sulla strada delle ghiacciaie non ci siano problemi per l'ambulanza.
Adesso tocca all'ospedale di Porretta Terme, di nuovo partendo dal Punto Nascita. L'ospedale di Bologna è a 70 km.

Il “rinnovamento” della Sanità pubblica sta creando problemi e disservizi ovunque; l'idea è ormai quella dell'azienda che deve generare principalmente profitto mentre il rispondere alle necessità degli utenti passa in secondo piano.

Quello che segue è il volantino che arriva dalla valle del Reno, dove si trovano ad affrontare il problema in questo inizio 2014.







venerdì 27 settembre 2013

Istigazione a delinquere


Alberto Perino, comunemente citato dai media come «leader storico dei NO TAV» per quanto non esistano leader nel movimento, ha subito la perquisizione della sua abitazione in quanto accusato dalla procura di Torino di istigazione a delinquere.


Tempo addietro eravamo a Chiomonte, di notte, a presidiare l'area dove poi è sorto il cantiere.
Alcuni ragazzi, alla notizia che stava arrivando una colonna di mezzi della Polizia, avevano cominciato a raccogliere pietre nei caschi, ma Alberto e altri li fermarono: «Che fate? Ma siete imbecilli?». I ragazzi buttarono le pietre.
La mattina, rientrando a casa, parlavamo lui e io; mi diceva: «Questo è il nostro problema: quei ragazzi non hanno ancora capito che se ci dovesse essere un contatto con le forze dell'ordine noi non dobbiamo attaccare, altrimenti passiamo dalla parte del torto. Noi le dobbiamo prendere e basta.»

Istigazione a delinquere?

Boccaccio 2013 – la fine


Due righe sulla conclusione della vicenda (l'articolo completo dal quale ho estratto un sunto può essere visionato qui: http://iltirreno.gelocal.it/empoli/cronaca/2013/09/21/news/interviene-il-colle-e-il-sindaco-di-certaldo-cambia-i-manifesti-1.7778799).

 – La Presidenza della Repubblica ha chiesto di eliminare la dicitura "Alto Patronato", in quanto «Non può essere consentito che la massima adesione presidenziale sia associata ad un’immagine suscettibile di urtare la sensibilità di cittadini e cittadine».

 – Loretta Lazzeri, presidente della commissione pari opportunità della Provincia di Firenze: «Il corpo delle donne non può essere preso a pretesto per iniziative di promozione, qualsiasi esse siano. Dispiace che per celebrare un’iniziativa di carattere culturale si sia fatto ricorso all'ennesimo sfruttamento dell'immagine della donna».

 – Emilio Pampaloni dell'associazione Polis, che gestisce il Centro giovani "I Macelli" di Certaldo (creatore del concept "Boccaccesco 700 - arte urbana", che ha prodotto le immagini finite sui manifesti): «Le immagini non sono pubblicità, ma delle opere d'arte che sono esposte sui muri delle strade. "Boccaccesco 700 - arte urbana" non promuove alcunché, è esso stesso un evento culturale».


Ho scritto personalmente al Pampaloni facendogli notare che sui manifesti c'era proprio scritto: «Boccaccio 1313-2013 un anno di eventi in Toscana», ovvero promozione di tutti gli eventi dell'anno.
Non mi ha risposto.

Enrico Guastini

venerdì 20 settembre 2013

Boccaccio 2013 – prima risposta


La prima risposta alla richiesta di chiarimenti è giunta dall'ufficio stampa del Comune di Certaldo


Gentile Consigliere Guastini,
confidando che i destinatari della sua presente le vorranno rispondere, ritengo comunque importante segnalarle l'esistenza di un "progetto artistico" vero e proprio che sta a monte dell'immagine in questione.
Progetto che, nella sua completezza e organicità, abbiamo notato era del tutto ignorato o travisato dalle recenti critiche comparse su blog e social network
La invitiamo quindi a leggere http://www.boccaccio2013.it/it/arte/205-arte-urbana-il-ninfale-fiesolano-concept per il manifesto in questione, a sfogliare http://www.boccaccio2013.it/it/arte per visionare il progetto in progress, e le allego il comunicato diffuso ieri a questo proposito dalla Associazione Polis.
Cordiali
Filippo Belli
Ufficio Stampa


Questa la risposta:


Gentile Belli,
per prima cosa tengo a precisare di non essere consigliere.
Ovviamente il "progetto artistico" lo avevamo visto e ne avevamo letto e valutato le motivazioni; anche se blog e social network ignorano e travisano, da questo punto di vista le posso assicurare che ci eravamo informati. Avrà certo notato che nella lettera non abbiamo rivolto critiche al progetto o agli artisti; però, se è da rispettare la loro libertà di espressione, è da rispettare anche la libertà di espressione di chi reputa brutto, squallido o persino offensivo il loro lavoro.
Ci terrei a far notare anche che il bollino ARTE non è sufficiente a definire come valida una qualsiasi iniziativa; questo rischierebbe di diventare un modo per aggirare ogni proposito morale o legale: se qualcuno giudicasse "artistici" i lager nazisti, questi diventerebbero una cosa di cui andare orgogliosi?
Per tornare alla lettera, non le sarà certo sfuggito che era indirizzata alle istituzioni.
Proprio le istituzioni, infatti, dovrebbero andare oltre al semplice "mi piace" o "non mi piace", cercando di promuovere ciò che è utile all'interesse generale.
Nello specifico, la Presidenza della Repubblica e la Commissione regionale Pari Opportunità si erano spese contro l'utilizzo del corpo femminile come specchietto per le allodole, come esca per portare l'attenzione su un prodotto (fisico o culturale fa poca differenza).
Un tale utilizzo veniva considerato sottocultura, lesivo della dignità della donna e preambolo di molestie e violenze.
Oggi la Presidenza della Repubblica e la Regione contraddicono con i fatti le parole dette (e, per colmo, si tratta esattamente delle stesse persone fisiche che ricoprono le stesse cariche).
A loro chiediamo di spiegarsi.

Cordialmente
Enrico Guastini