mercoledì 25 luglio 2012

Referendum – privilegi della casta


Cerchiamo di fare chiarezza sui referendum che vengono proposti per limitare l'arricchimento dei nostri politici.

Da una parte l'Unione Popolare, che vorrebbe togliere ai parlamentari la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”.
Dall'altra il Comitato del Sole, che vorrebbe abrogare anche le spese di segreteria e rappresentanza, i cumuli d'indennità, l'esenzione da tributi dell'indennità mensile e via dicendo.

Il problema sollevato è che la raccolta di firme per qualcuno sarebbe una bufala, destinata ad arenarsi sugli articoli della legge che regola i referendum (L. 25 maggio 1970, n. 352 – “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo”).
A seguire alcuni articoli della legge in questione:

Art. 4 - La richiesta di referendum di cui all'articolo 138 della Costituzione [...] deve pervenire alla cancelleria della Corte di Cassazione entro tre mesi dalla pubblicazione effettuata a norma dell'articolo 3.

La pubblicazione cui si fa riferimento è quella sulla Gazzetta Ufficiale, che consiste in una «dichiarazione [...] di voler promuovere una richiesta di referendum popolare».
Nello specifico del tema, sulla Gazzetta Ufficiale N. 96 del 24 Aprile 2012 si può verificare l'annuncio di una richiesta di referendum popolare (12A04868):
Cosa abbia valenza di richiesta lo spiega l'articolo 9 della legge:
Art. 9 - Il deposito presso la cancelleria della Corte di Cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori vale come richiesta ai sensi dell'articolo 4. [...]

Art. 31 - Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime.

Ora la domanda è: quando scadono le Camere? Posto che la XVI legislatura è stata proclamata il 29 aprile 2008 (elezioni del 13 aprile), e che la Costituzione recita:

Art. 60 - La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. [...]

si può prendere come data di scadenza naturale il 28 (o il 12?) aprile 2013. Prendendo per buona tale data, dal 28 (o 12) aprile 2012 non è possibile depositare le firme, e non lo sarà neanche dopo le elezioni.
Sarebbe possibile farlo durante la finestra temporale (non più di 70 giorni) tra la scadenza delle Camere e il giorno delle elezioni:

Art. 61 - Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. [...]

dopo il quale il nuovo Governo va lasciato in pace per 6 mesi.
A questo punto verrebbe superata la data del 30 settembre, e quindi si dovrebbe aspettare ancora fino a gennaio per presentare le firme, ma le operazione dell'ufficio centrale riprenderebbero solo dopo un anno dalle elezioni, e quindi il 30 setembre 2014:

Art. 34 - [...] I termini del procedimento per il referendum riprendono a decorrere a datare dal 365° giorno successivo alla data della elezione.

Art. 32 - Salvo il disposto dell'articolo precedente, le richieste di referendum devono essere depositate in ciascun anno dal 1° gennaio al 30 settembre.

Alla scadenza del 30 settembre l'Ufficio centrale costituito presso la Corte di cassazione a norma dell'articolo 12 esamina tutte le richieste depositate[...]. Entro il 31 ottobre l'Ufficio centrale rileva, con ordinanza, le eventuali irregolarità delle singole richieste, assegnando ai delegati o presentatori un termine [...]


L'ultima nota è questa:

Art. 28 - Salvo il disposto dell'articolo 31, il deposito presso la cancelleria della Corte di cassazione di tutti i fogli contenenti le firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori deve essere effettuato entro tre mesi dalla data del timbro apposto sui fogli medesimi a norma dell'articolo 7, ultimo comma. [...]

Questo implicherebbe che tutte le firme raccolte prima del 28 gennaio sarebbero impresentabili, in quanto la prima data utile per la presentazione risulterebbe ben oltre il termine massimo di 3 mesi.

In sostanza, la raccolta odierna (luglio 2012) anticipa di cinque mesi abbondanti la prima probabile raccolta utile con consegna dal 28 aprile 2013 e di 14 mesi quella più probabile con consegna a gennaio 2014.


P.S. – un ringraziamento al Movimento 5 Stelle per la segnalazione del problema,
punto da cui è partito questo tentativo di chiarimento.

venerdì 13 luglio 2012

Seconda lettera aperta sul Piano Interprovinciale dei Rifiuti


Gentili Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali, sono passati oltre trenta giorni da quando vi abbiamo inviato, a mezzo posta elettronica, un messaggio contenente alcune nostre riflessioni e due domande in merito alla questione della gestione dei rifiuti. Non avendo ricevuto alcun riscontro, ci permettiamo di sollecitare una vostra risposta, facendo ancora ricorso alla formula della lettera aperta. 
La nostra posizione sul tema in oggetto si può riassumere nella cosiddetta strategia “rifiuti zero 2020”, già adottata in Italia da diverse amministrazioni comunali. In estrema sintesi essa riconosce nell’attuale sistema, che vede una larga preponderanza di smaltimento in discarica e in incenerimento, una condizione di emergenza da superare rapidamente per poter riconvertire i processi di produzione e consumo dei beni verso una condizione di sostenibilità. Quest’ultima implica da un lato una netta riduzione della quantità di rifiuti prodotti, dall’altra la produzione di beni a fecondità ripetuta e il completo riciclaggio di tutti i materiali costituenti i beni non più utilizzabili. In altri termini rendere ciclici i processi attualmente lineari di produzione/consumo e realizzare beni più durevoli. 
Tutto questo implica l’adozione di numerose azioni coordinate che spaziano dalla raccolta differenziata porta a porta, al principio della “responsabilità estesa dei produttori/rivenditori” (che debbono cioè farsi carico degli oneri di smaltimento dei beni prodotti), al cambiamento degli stili di vita. Azioni che sono supportate dalla legislazione vigente europea e nazionale: in sostanza si tratta di applicare correttamente le norme vigenti e di sfruttare le opportunità di finanziamento ad esse correlate, assumendo come esempio i protocolli d’azione dei comuni virtuosi.
Al contrario il Piano Interprovinciale dei Rifiuti (PIR) dell’ATO Toscana Centro (che comprende i comuni della Piana Pistoiese, Pratese e Fiorentina) punta essenzialmente sulla pratica dell’incenerimento dei rifiuti, indirizzando la quasi totalità delle risorse nel potenziamento del sistema dei cosiddetti “termovalorizzatori”. 
L’amministrazione provinciale, con l’adozione del piano suddetto (di cui adesso sono in corso di analisi le osservazioni), ha già fatto le proprie scelte di fondo, che noi riteniamo assolutamente inadeguate. Pertanto ci rivolgiamo a Voi perché sia nei programmi elettorali dei Sindaci recentemente eletti, sia nelle recenti scelte amministrative di alcuni comuni sono ravvisabili elementi importanti che vanno nella direzione da noi auspicata. Inoltre ci rivolgiamo ai Sindaci, in quanto responsabili della salute pubblica, perché recenti acquisizioni scientifiche dimostrano che le particelle di dimensioni inferiori ai 2,5 micron (nanoparticelle) prodotte in abbondanza dai moderni impianti di incenerimento dei rifiuti sono particolarmente pericolose per la salute dei cittadini.
I due semplici quesiti che riformuliamo sono i seguenti:


• non ritenete che il suddetto Piano Interprovinciale dei Rifiuti sia radicalmente da riformulare?

• non ritenete che esso debba prevedere una data certa e ragionevolmente prossima per la chiusura di discariche ed inceneritori, e nella fattispecie dell’inceneritore di Montale?


Cordiali saluti


Movimento Civico Ecologista “Per un’altra Pistoia”

8 luglio 2012

giovedì 14 giugno 2012

Conferenza stampa: nuovo ospedale


Martedì mattina, alle 12, si è svolta una conferenza stampa alla libreria Lo Spazio; presenti il Movimento Civico Ecologista “Per un'altra Pistoia”, il Movimento 5 Stelle e le rappresentanze locali di WWF e Legambiente.
Anche alla luce degli arresti di questi giorni per corruzione, concussione e turbativa d'asta di esponenti dell'Ufficio tecnico comunale – i quali hanno avuto un ruolo anche nell'iter autorizzativo del nuovo ospedale –, dell'arresto di Scarafuggi, dell'ammanco (pare di 20 mln €) all'ASL di PT ed a quello di 280 mln € dell'ASL di Massa, crediamo che la conferenza stampa possa essere servita, sopratutto, a chiedere che la Procura della Repubblica metta finalmente sotto osservazione tutto l'iter burocratico dei 4 ospedali toscani: nello specifico, le forzature regolamentari e normative della localizzazione dell'ospedale al Campo di volo sono state anche confermate dalla bocciatura della Commissione edilizia del progetto di variante alla viabilità nella zona.

Altro quesito sollevato è quello che riguarda le voci, smentite dal nuovo Direttore dell'ASL, di cedimenti strutturali dell'ospedale.

Parallelamente troviamo le conseguenze devastanti sul territorio del progetto, voluto a tutti i costi dal governatore Rossi, della terza corsia dell'A11 che comporterà un ulteriore peggioramento del clima acustico della zona dell'ospedale e costringerà, per porvi rimedio, a costruire ulteriori barriere fonoassorbenti sul lato sud del nosocomio che si troverà, in questo modo, all'interno di un catino formato da colline di terra.
Si stanno concretizzando i timori che avevamo, inutilmente, esposti alle varie Amministrazioni interessate, in primis Sovrintendenza e Comune: avremo un ospedale in un ambiente reso forzatamente idoneo a spese di pesanti interventi urbanistici, infrastrutturali, di mitigazione acustica e di altro genere che costerà chissà quanto in più rispetto alle previsioni. Solo la Variante alla viabilità costerà circa 5 mln di €, variante che peggiorerà ancora le condizioni di impatto acustico.

Ancora, non saranno mai abbastanza le critiche alla volontà di costruire nuovi inceneritori (come espresso dal Piano Interprovinciale dei Rifiuti) e la centrale a cogenerazione Repower del Bottegone.
Ormai il gioco è scoperto: anche la Toscana privilegia le grandi opere per far girare tanti soldi, sempre pubblici, per soddisfare i voraci appetiti dei cannibali che ci stanno portando letteralmente alla rovina, sociale, ambientale ed economica.



Ieri (13 giugno) è uscito un articolo su “Il Tirreno” in merito alla conferenza stampa.
Il senso di quanto è stato detto è stato in parte travisato, cominciando dal titolo («Crepe nelle fondamenta del nuovo ospedale») che avrebbe dovuto essere posto come domanda. Domanda a cui il responsabile regionale delle nuove strutture ospedaliere ha risposto che «non ci sono crepe nella struttura portante», ma non ha risposto a nessuno degli altri quesiti che abbiamo posto (collinette, skyline, arboreto, ecc).



Riportiamo di seguito la smentita di Franco Matteoni, presente a nome del gruppo “Per un'altra Pistoia”:
Spettabile Redazione,
ieri ho partecipato alla conferenza stampa indetta dalle associazioni ambientaliste, dalla Lista civica “Per un'altra Pistoia” e dal Movimento 5 Stelle. Trovo sul giornale di oggi che io avrei fatto le  seguenti affermazioni: «ci sono delle crepe nelle fondazioni, il calcolo del sottosuolo è completamente sbagliato». Quest'ultima frase, poi, è talmente sgangherata che mi chiedo chi possa averla pronunciata, non certo io che sono un ingegnere. Chiedo, pertanto, a norma di legge, di pubblicare che smentisco categoricamente di aver pronunciato quelle frasi, dato che, non mi sarei mai neppure sognato di criticare un progetto che non conosco; qualcun altro dei presenti ha chiesto che venga chiarito se ci sono dei cedimenti strutturali;
Io ho detto quanto segue:
1- che tutto l'iter autorizzativo del nuovo ospedale è stato opaco e pieno di forzature delle Norme;
2- che stanno venendo al pettine tutte le criticità dell'area che le Associazioni ambientaliste, il partito dei Verdi ed il Comitato dei cittadini hanno inutilmente a suo tempo denunciato;
3- che la nuova soluzione della viabilità peggiora ulteriormente il clima acustico del nuovo ospedale (sopraelevando il flusso del traffico di circa 5 m rispetto alla quota attuale);
4- che se venisse realizzata la terza corsia autostradale l'ospedale si troverebbe all'interno di un catino di barriere fonoassorbenti;
5- che si auspica che la Magistratura indaghi anche sulla vicenda dei 4 ospedali, visto lo scandalo dei buchi dell'ASL di Massa e, si dice, anche di Pistoia.
Confido che la presente smentita sia pubblicata al più presto e con evidenza paragonabile all'articolo cui mi sono riferito. Grazie per l'attenzione.
Ing. Franco Matteoni

martedì 12 giugno 2012

Comunicato stampa: il Parco che non c'è


Bosco in Città (il “Parco che non c’è”): caso emblematico di cattiva amministrazione della città.
La nuova Giunta si assuma impegni precisi per il risanamento del Torrente Brusigliano e la sistemazione a verde pubblico di quest’area.

il Parco che non c'è
Ha avuto successo la festa nel “parco che non c’è” (cioè nell’area Ex Vivaio Martino Bianchi, presso via Nazario Sauro) organizzata dal Movimento Civico Ecologista “Per un’altra Pistoia”.
Abbiamo organizzato questo evento non solo per trascorrere un piacevole pomeriggio con i cittadini che ci hanno sostenuto in occasione delle ultime elezioni amministrative, ma anche per denunciare un caso davvero emblematico di cattiva amministrazione della città e per indicare alla nuova giunta del Comune di Pistoia una ineludibile questione da risolvere.

chiare, fresche e dolci acque del Brusigliano
Nell’agosto di 12 anni fa i due principali quotidiani di Pistoia ci informavano che il comune aveva dato il via libera alla costruzione di 60 nuovi alloggi (6000 mq di superficie) nell’area Ex vivaio Martino Bianchi in cambio di quattro ettari di superficie da destinare a parco pubblico.

comincia ad arrivare gente
La stampa ci informava che i lavori si sarebbero dovuti protrarre per 3 anni, ma che già nel 2003 il nuovo parco sarebbe stato a disposizione dei cittadini. In effetti le palazzine sono state realizzate nei tempi previsti, ma a distanza di così tanto tempo la residua area verde versa in uno stato di totale abbandono, in quanto la società che ha edificato non ha mantenuto gli impegni assunti, né il Comune si è premurato di far rispettare quegli impegni. Nel frattempo una parte del “parco annunciato” è stata sacrificata per la costruzione di una inutile strada che corre lungo la ferrovia!

lettura di poesie “ecologiste e civiche”
musica quasi improvvisata
Ma i problemi di quest’area non finiscono qui: in essa infatti vengono alla luce le acque insalubri e maleodoranti del torrente Brusigliano, nel quale affluiscono direttamente gli scarichi non depurati di un’ampia parte del settore ovest della città.

musica improvvisata
Come abbiamo sottolineato durante la campagna elettorale, le problematiche della depurazione e del verde urbano, che in questo caso si intersecano, sono centrali per migliorare la qualità della vita nella nostra città. Per questo chiediamo alla nuova amministrazione comunale impegni concreti per il risanamento del Torrente Brusigliano, mediante il completamento della rete fognaria e della depurazione, e per la sistemazione a parco pubblico dell’area Ex vivaio Martino Bianchi.


Pistoia, 11 giugno 2012



giovedì 7 giugno 2012

Intimidazioni

Esprimiamo la nostra più completa solidarietà a Cristian, segretario della sezione Pistoia-Prato del Partito dei Carc e candidato con la nostra lista alle passate elezioni, diventato bersaglio perché impegnato per costruire un mondo migliore. È triste pensare che ci siano persone che preferiscono imbrattare i muri piuttosto che cercare soluzioni. Triste e preoccupante.

Alleghiamo il link dove è possibile leggere il comunicato dei C.A.R.C. in merito alle scritte intimidatorie che Cristian ha trovato sui muri nei pressi della propria abitazione.


Pomeriggio festoso

Approfittiamo, a un mese dalle elezioni, per ringraziare tutte quelle persone che hanno voluto darci fiducia, con il loro voto, con il loro sostegno, con il confronto che hanno stimolato e, perché no, anche con le critiche che ci hanno mosso. E quale posto migliore del Bosco in Città per festeggiare, un'area che racchiude le incongruenze e le mancanze delle passate amministrazioni?



Si tratta di una zona che doveva diventare verde pubblico molti anni fa, come compensazione della lottizzazione “Bosco in Città”, ma l'accordo con la Pubblica Amministrazione sembra essersi arenato.
D'altra parte, nulla è stato fatto neanche per migliorare le condizioni igieniche del Brusigliano, che raccoglie gli scarichi non depurati di un'ampia area della città.
A questo è da aggiungere che la società che era proprietaria del fondo sostiene di averlo ceduto al Comune, mentre all'Ufficio del Verde il passaggio risulta non concluso (e quindi chi è responsabile?).

Oltre all'aspetto ludico, speriamo quindi di riuscire a mettere un accento su una situazione (una delle tante) che dovrà essere affrontata e risolta dalla nuova Amministrazione, cui sinceramente auguriamo un buon lavoro.


Lettera aperta ai Sindaci sui rifiuti

Raccolta differenziata per meglio incenerire o per ridurre i rifiuti e recuperare i materiali?

Dopo essere stato adottato dai Consigli Provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, il Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell’ATO Toscana Centro è in procinto di ricevere il via libera definitivo.
Questo nonostante le numerose critiche, derivanti dal fatto che un grande sforzo è previsto in direzione dell'incenerimento, con le conseguenti ricadute sulla salute pubblica (numerosi studi mostrano come nei dintorni degli impianti di incenerimento sia più elevata la diffusione delle patologie tumorali) e la distruzione di materiali che potrebbero invece essere utilizzati come risorsa.

Per questo abbiamo voluto mandare una lettera aperta ai sindaci della nostra Provincia.

I neo-eletti Sindaci di Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese hanno raccolto consensi sulla base di un indirizzo gestionale radicalmente diverso da quello del Piano Interprovinciale:

“l'amministrazione comunale potrà incentivare il mercato dei prodotti riciclati”, “trasformando il rifiuto in una risorsa” (BERTINELLI) con la “realizzazione dell'impiantistica necessaria a completare una filiera virtuosa dell'area metropolitana” (MAZZANTI), giungendo così al “superamento delle pratiche di incenerimento dei rifiuti” (MUNGAI).

Chiediamo pertanto ai Sindaci della Provincia di Pistoia che si esprimano in maniera chiara:


sulla necessità di riconsiderare radicalmente il Piano Interprovinciale di Smaltimento Rifiuti;


sulla necessità di far valere il principio di precauzione in ordine alle conseguenze della dissipazione nell’aria di enormi quantità di polveri ultrasottili, e di individuare una data certa per la chiusura dell’inceneritore di Montale.



Per chi volesse leggere il testo nella sua interezza, riportiamo il link di riferimento: