sabato 1 dicembre 2012

Rischio idraulico

Un documento per chiarire la gestione del rischio idraulico in Toscana (se ne era già parlato qui).
Dopo tanta solidarietà in Lunigiana, all'isola d'Elba, in Maremma, ci accorgiamo che il Consiglio Regionale approva quanto segue:


“Nelle aree classificate come
aree a pericolosità idraulica molto elevata

È CONSENTITA

la realizzazione di nuovi impianti
per la produzione di energia da gas naturali”


Quel «da gas naturali» aggiunto il 24 novembre fa subito pensare al progetto della Repower nei pressi del Bottegone (Pistoia), ma la stessa legge sul rischio idraulico approvata il 21 maggio consente la realizzazione di ulteriori edificazioni in territori già riconosciuti a rischio, opere gemelle di quelle pubblicamente criticate e additate come concausa degli elevati danni.

Questo mette in pericolo l'intera Toscana, ponendo le fondamenta per il ripetersi di nuove situazioni drammatiche come quelle di Aulla, Albinia, Marina di Campo, ecc.


DOCUMENTO MODIFICATO:

aggiunto l'elenco delle opere realizzabili nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata

1) nuovi impianti e relative opere per
   a) raccolta e distribuzione della risorsa idrica
   b) convogliamento e depurazione degli scarichi idrici
   c) stoccaggio, trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti
d) produzione e trasporto di energia da fonti rinnovabili
2) nuovi edifici rurali
3) addizioni volumetriche agli edifici esistenti
4) sostituzione edilizia anche con incremento volumetrico e diversa articolazione, collocazione e destinazione d'uso
e riferimento alla possibilità di costruire inceneritori
Ricollegabile poi al problema del contestato Piano Interprovinciale dei Rifiuti, che prevede di quintuplicare la quantità di rifiuto incenerito nella piana Firenze-Prato-Pistoia mentre propugna il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, è la questione della possibilità di realizzare, sempre nelle zone ad elevato rischio idraulico, impianti per lo stoccaggio, il trattamento, lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, dizione che di fatto sblocca la possibilità di realizzare, ad esempio, il nuovo inceneritore di Selvapiana, nei pressi del fiume Sieve, nel Comune di Rufina – restando valido l’art.142 LR. 66/2011 l’inceneritore si sarebbe potuto fare solo «se il Comune si fosse accollato i costi di milioni di euro per fare opere di messa in sicurezza idraulica e permettere all’Autorità di Bacino di “declassare” l’area da “pericolosità idraulica molto elevata” (PI4) a “pericolosità idraulica elevata” (PI3)». http://assovaldisieve.blogspot.it/2012/11/comunicato-stampa-alluvioni-in-toscana.html



Il documento può essere letto e scaricato dal link seguente (potrebbe subire lievi modifiche):
 • Rischio idraulico in Toscana (versione precedente)

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